Tuesday, June 6, 2017

E' tempo di ricominciare

Due anni di pausa per un blog sono tanti, e non sono passati per mancanza di interesse, quanto per la necessità di esplorare altri aspetti della programmazione e dei software disponibili per il calcolo astronomico che possono risultare utili anche ad un astrologo dilettante come me. Non sono un astrologo professionista, per cui mi limito a trattare di aspetti tecnici del calcolo, rinviando eventuali discussioni di merito sull'astrologia in sè come arte esplorativa del mondo ad un futuro non ancora precisato.

Per fare un po' il punto, prima di riprendere a trattare i temi del software astrologico, desidero riprendere da dove ero arrivato e, possibilmente, andare oltre.

Negli ultimi anni è esploso il mercato consumer degli smartphone e dei single board computer, di cui le schede Raspberry PI sono l'esempio più interessante, per il gran numero di elementi venduti. Rispetto ai classici computer desktop, questi dispositivi presentano dei vantaggi (gli smartphone e i tablet sono portabili ovunque, le SBC sono dispositivi di bassissimo consumo energetico, tanto da poter rimanere accese 24 ore senza gravare sulla bolletta elettrica) e dei potenziali inconvenienti (il linguaggio Python, che ho usato fino all'ultimo post, è scarsamente implementato sugli smartphone, in cui non gira nativamente e soprattutto non usa le librerie grafiche proprie dei sistemi operativi android e IOS, dovendosi quindi, per un buon risultato finale e una buona usabilità, usare i linguaggi propri di questi sistemi operativi (Java e Objective C), la Raspberry PI è invece basata su processore ARM, quindi la compilazione di codice deve considerare la particolarità della piattaforma). In margine alle mie sperimentazioni in Python su ambiente desktop, avro' ogni tanto occasione di parlare di come riesco a implementare funzioni e programmi anche in questi differenti ambienti operativi.

Ritorno un attimo sul tema delle librerie di alta precisione. Dopo aver tentato di implementare le VSOP2013 in ambiente Python e aver discusso delle difficoltà di usare Python per avere una efficienza elevata quando i termini da sommare sono migliaia, ho definitivamente rinunciato a quest'idea. In realtà ho visto ben poche implementazioni di queste librerie, mentre ho constatato che gran parte degli sviluppi del software vanno in altre direzioni. In particolare al posto dell'approccio analitico classico, basato sulle equazioni del moto dei corpi celesti, con cui ho elaborato alcuni software nei post più vecchi di questo blog, si è progressivamente affermata una metodologia basata sull'uso di effemeridi precompilate, la cui interpolazione con metodi numerici produce soluzioni della posizione dei pianeti e dei satelliti che non sono altrimenti risolvibili con le metodologie tradizionali. Non sono da considerare una novità, in quanto le prime effemeridi, elaborate per supportare le prime missioni spaziali, risalgono alla fine degli anni '60.

In questa pagina di Wikipedia è riassunta la storia delle JPL ephemeris. La versione de436t che è la più recente alla data attuale, copre un tempo che va dal 31 dicembre 1549 ald 25 gennaio 2650 e contiene le posizioni e le velocità del Sole, della Luna, dei pianeti da Mercurio a Plutone o dei loro baricentri. Versioni più estese nel tempo o che considerano più fattori astronomici sono presenti nel sito FTP della NASA all'indirizzo ftp://ssd.jpl.nasa.gov/pub/eph/planets/bsp/ da cui sono liberamente scaricabili. Un inconveniente serio dell'uso di queste effemeridi, rispetto all'approccio analitico classico, è la dimensione, per quelle che possono interessare un astrologo si va da un minimo di 15 mega fino ai 3.4 giga delle de431t. Di cio' dovremo tenere conto nel momento in cui decidiamo di usarle in dispositivi leggeri come smartphone e Single Board.

Oltre ai kernel elaborati dalla Caltech in California per la NASA, esistono altre autorevoli effemeridi prodotte da istituti accademici in Europa, cito quelle del progetto INPOP dell' Institut de Mecanique Celeste et des Calcul des Ephemerides (IMCCE)), che già conosciamo per le VSOP87 e 2013, e le EPM dell' Institute of Applied Astronomy of the Russian Academy of Sciences. A parte lievissime differenze, tutti questi sistemi di integrazione numerica sono sviluppati in modo coerente e presentati in formati compatibili fra loro, rendendo possibile l'utilizzo degli stessi software. Ne discuteremo ampiamente nei prossimi post.

Per riprendere in modo serio la discussione relativamente all'uso di metodologie astronomiche per la pratica astrologica, dobbiamo fermarci a considerare l'elemento tempo, che fin qui abbiamo dato per scontato. Il prossimo post sarà quindi dedicato al tema della misura del tempo in astronomia e quindi in astrologia, utilizzando fonti molto autorevoli. Alla prossima.

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